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A questo Napoli bisogna dire solo grazie

Caro Max, sì, abbiamo perso. Sì, il Milan ci ha preso a pallate. Sì, non abbiamo fatto neppure un tiro in porta. Sì, ci siamo preoccupati troppo di Rocchi e poco di Aronica (uno dei pochi in serie A che salta ancora con le braccia alte). Sì, abbiamo voluto fissarci con ’sta storia della soggezione psicologica (ma se quello di Ibrahimovic su Cannavaro era fallo dovrebbero fischiare quindici rigori a partita, visto che i difensori s’appoggiano esattamente come ha fatto l’attaccante del Milan). Sì, siamo stati bocciati all’«esame di maturità», il secondo in cinque giorni. Epperò a questo Napoli dobbiamo dire grazie lo stesso. Grazie per essere comunque lassù (qualcuno sembra aver dimenticato che siamo terzi, e se proprio vogliamo recriminare sui punti persi allora pensiamo ai sei dati al Chievo, non a quelli che ci ha preso il Milan). Grazie per averci fatto respirare, almeno per una sera, quell’aria da sfida scudetto che manco mi ricordavo che odore aveva. Grazie per aver fatto marciare su Milano quindicimila persone (e tra quelle quindicimila persone c’era chi, come me, erano vent’anni che non si faceva una trasferta). Grazie per averci restituito un entusiasmo che non sarà placato né dalla serata di San Siro né da quella del Madrigal. Ho incontrato e sentito al telefono te, Luca, e tantissimi altri Napolisti in trasferta. Oh, al fischio finale non ce n’è stato uno, uno solo, che abbia detto chi me l’ha fatto fare. Tutti delusi. Tutti bastonati. Tutti fradici di pioggia. Ma tutti contenti di esserci. Diderot scriveva che si corre lo stesso rischio a credere troppo e a credere troppo poco. Sì, è vero, ci abbiamo creduto e abbiamo perso. Ma solo chi non crede non avrà mai nulla da perdere.
Gianluca Abate

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