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Cavani: Nel derby di Milano tifo Inter

Il sogno scudetto, la raffica di gol messi a segno in campionato, una valutazione che ha sfondato il tetto dei cinquanta milioni di euro. Non c’è traccia di tutto questo sul volto di Edinson Cavani. Il campione uruguaiano è rimasto il talento acqua e sapone che crede in Dio e nei valori importanti della vita. Un mondo felice, quasi da favola, dentro il quale ora ha trovato un posto d’onore il figlio Bautista. Appena nato. «E’ bellissimo. Come tutti i bambini, del resto. Se gli dedicherò la prossima rete in campionato? Può essere. Deciderò sul momento, non voglio niente di “costruito”».
Prove di esultanza – Pollice in bocca alla Totti? O il gesto della culla proposto dal brasiliano Bebeto ai Mondiali americani? Vedremo. Cavani è nato per stupire. E per produrre allegria. Nel garage dello stadio Aviva di Dublino si parla anche di scudetto. Naturalmente. Il fuoriclasse del Napoli detta la sua tabella di marcia. Parole destinate ad accendere il popolo partenopeo. «Vorrei che l’Inter vincesse il derby. Perché? Perché la squadra di Leonardo passerebbe al comando della classifica ma non scapperebbe via. E noi potremmo scavalcarla nella sfida diretta in programma al San Paolo. Con l’aiuto di ottantamila “amici”. E’ bello essere padroni del proprio destino, non vi pare? Con un risultato diverso, invece, tutto dipenderebbe dal Milan e dai suoi risultati». L’idea funziona. Almeno sulla carta. «Questa è la nostra speranza…». Cavani tira il freno. Da persona saggia. «Lo scudetto è un sogno. Inter e Milan sono più forti. Noi dobbiamo mettere sulla bilancia la nostra felicità, la nostra freschezza, la nostra testa pulita. Loro “devono” vincere lo scudetto, noi possiamo vivere partita dopo partita. Il nostro obiettivo principale del resto è conquistare la qualificazione in Champions League».
Scontro diretto – Domenica arriva la Lazio. Rivale scomodo che ha già battuto il Napoli all’andata. L’attaccante se la vedrà con il suo compagno di Nazionale Muslera. «Mi dispiace ma dobbiamo vincere». Allarga le braccia, quasi infastidito dal dover «penalizzare» un amico. Ma ormai il gioco si è fatto duro e il Napoli non può fermarsi. «Anche la Lazio è in lotta per la Champions, ha giocatori importanti in ogni reparto. Sarà dura. Lo sappiamo. Mi aspetto numeri importanti da Lavezzi che è caricato a mille. Io cercherò di fare gol e di aiutare i compagni, come sempre. Una delle qualità di questo Napoli è la forza del gruppo. Mister Mazzarri ci ha insegnato a essere squadra».
Mercato – Tre ragazzi uruguaiani, che lavorano a Dublino, lo hanno riconosciuto e gli chiedono un autografo. Edinson firma. E sorride. I giornalisti irlandesi, invece, gli chiedono un commento su un possibile trasferimento a Manchester. Ferguson e Mancini lo prenderebbero più che volentieri. Cavani scuote la testa, deciso. Niente Inghilterra. E pure niente Real Madrid. «Gioco nel “Real Napoli” e sono felice. Le voci di mercato non mi interessano perché il mio futuro è già scritto. Voglio continuare a correre e a segnare nel Napoli. E non vorrei più tornare su questo argomento». Il tono di voce diventa per un attimo più duro. Anche in questo Cavani è diverso dagli altri fenomeni del pallone che girano per il mondo. Non alimenta il giochino del mercato, non chiede ogni giorno più soldi, non è pronto a «vendersi» al miglior offerente. «Ho il sogno scudetto da inseguire e questo mi basta». Sipario.

Luca Calamai
La Gazzetta dello Sport

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