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Mazzarri è sereno
Leonardo un po’ meno

Il giorno dopo. Sono sicuro che paradossalmente i ruoli si siano invertiti rispetto alla scorsa Befana. Tra Mazzarri e Leonardo, ad alzarsi dal letto stamattina con più dubbi, è stato quest’ultimo. Il Napoli avrebbe meritato di passare il turno senza alcuna incertezza, mentre i nababbi, dopo un primo tempo basato sul vantaggio di giocare un uomo in più a centrocampo, hanno addormentato la partita con torelli infiniti,  arrivando seriamente alla conclusione solo in una occasione, tra l’altro clamorosa.
Poi, col passare dei minuti, i nostri si sono sciolti ed hanno iniziato a guadagnare campo ed energie, mentre l’Inter ha dovuto calare la cresta e comportarsi come farebbe il Chievo o il Bari. Tutti raccolti nei pressi dall’area di rigore e perseguire l’unico obiettivo rimasto: far passare il tempo. Un paio di interventi dei massaggiatori, le ritardate rimesse in campo di Castellazzi e il classico chiacchiericcio con l’arbitro a spezzare i ritmi, hanno denotato che la comitiva di marziani si è dovuta trasformare in una semplice squadra di contenimento per non tornarsene nella nebbia a mani vuote, sperando che il furore e l’orgoglio dei dirimpettai non avesse buona sorte.
Ho guardato questa partita con l’occhio interrogativo, cercando di non lasciarmi troppo coinvolgere dall’atmosfera e dalla posta in palio. Dopo la non partita di San Siro, volevo capire in quale punto ci trovassimo. A ranghi quasi completi, in una partita secca in cui non si fanno calcoli, di fronte alla squadra più forte del mondo del 2010 ferita dalla batosta di Udine, mi sembravano gli ingredienti giusti per capire “cosa siamo?”. Io dico che Mazzarri s’è alzato sereno stamattina.
Il Napoli ha giocato come doveva e come poteva. Ha atteso, ha sofferto e senza mai perdere il filo, quando le maglie si sono un po’ allargate, ha contrattaccato, ha sfiorato il gol più volte e ha cercato fino alla fine di portare a casa la qualificazione, scrollandosi di dosso i tanto scomodi timori reverenziali. Non siamo l’Inter, questo è chiaro, ma giocarcela alla pari e per lunghi tratti esserle superiore, non può che riempirci di speranza. In una sfida così, essere superiore ad una squadra in cui tutti e 11 i calciatori sappiano toccare il pallone e soprattutto sappiano fare gol, è già una grande risposta. Poi possiamo maledire la dea bendata, gli errori sotto porta e molto di più il signor Valeri che ha capito quale sia la strada giusta per far carriera, ma la fiducia che ho stamattina si è quadruplicata rispetto a ieri. Per cui, cavamos!
I calci di rigore poi, li lascio commentare a chi s’intende di oroscopi o di superenalotto. Su uno dei giornali più importanti della zona, ho dovuto sorbirmi la crocifissione del traditore che ha sbagliato il rigore.
Spero vivamente che questo errore faccia da spinta verso una sua grande reazione. Contro la Samp sono sicuro che qualche penna dimenticherà l’inchiostro a casa e qualche lingua si bloccherà nella giugulare.
Caro Pocho, per zittire costoro, il prossimo penalty, tiralo col tacco.
Leonardo, siete forti, ma abbi dubbi, ma tanti.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

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