Se Van Woodd fosse ancora vivo forse se li giocherebbe tutti al lotto i numeri del calcio. Che sono tanti,e inutili e fastidiosi. Torniamo all’antico, bella nostalgia del tempo che fu! Per una volta, caspita, combattiamo la sciocca modernità! Non li sopporto i numeri del calcio. Non tanto le statistiche (non sopporto in verità neanche quelle ma penso sia un mio problema), quanto i numeri sulle maglie dei calciatori. 44, 68, 18, 21, 76…tombola! Belle quelle squadre dall’1 all’11! Significanti quei numeri! (Sono già a 5 punti esclamativi! 6 con questo). Ancora oggi si ricorda la 9 di Vialli o la 10 di Skuhravy tanto per restare a Genova. Facciamo marketing al contrario nella certezza che potrebbe funzionare sia come fenomeno commerciale che sportivo. Un freno alla compravendita forsennata di chi pensa che cambiare sempre comporti un risultato sicuro. Pensiamo all’Inter di Mourinho rimasta oggi quella di Leonardo. Dall’1all’11 la potresti ricordare come Sarti, Burgnich, Facchetti… Cambiasso, Samuel, Lucio… Jair Mazzola, Eto’o Sneijder, Corso. Una miscellanea di nomi che si confondono in nome della storia. Un gruppo compatto di vecchi e nuovi costruito nel tempo. Per vincere occorre pazienza, l’edificazione mattone per mattone di un palazzo con solide fondamenta morali e tecniche. Dall’1all’11. Non è vero che non ci sono titolari e riserve,ogni allenatore ha in mente la squadra ideale e vorrebbe schierare sempre quella. Dall’1 all’11. La mistica dei numeri, quella potrebbe servire a frenare presidenti superstiziosi e “superstizzosi” che cambiano per cambiare. Tanto se lo fai col 25 al posto del 31 nessuno se ne accorge. Ma prova con il 7 invece del 91 o con il 4 anziché il 78! Prova con Platone il quale sosteneva, al contrario di Aristotele, che i numeri non sono semplici astrazioni ma enti a se stanti! Insomma in questa orgia di punti esclamativi (sono 8 e mi scuso) ognuno scorga se ciò di cui parliamo è una vuota provocazione,un languido e piangente salto nel passato, oppure un timido tentativo di cambiare la tendenza delle cose. Facendo marketing del pensiero, sfruttando le pause e i riflessi. Contando fino a 10. Anzi fino a 11.
Alessandro Bonan (Sky-Il Secolo XIX)
Marketing al contrario
W le maglie dall’1 all’11
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