Fischi all’Inno di Mameli, in arrivo multe. Difficile pronunciarsi su un argomento così delicato e che certamente, a seconda delle personali convinzioni di ognuno, divide tantissimo. Ci sarà chi certamente valuterà inopportuna la scelta di far suonare l’inno e chi invece ne loderà l’iniziativa. Un tema che si può affrontare sofisticamente menzionando tutte le ragioni dell’una e dell’altra parte e che ci interroga profondamente sul senso di questi 150 anni di Italia unita. A Napoli Giuseppe Garibaldi è visto da molti come una sorta di usurpatore, c’è poi chi rivendica lo splendore dei tempi borbonici o chi si sofferma sui tanti guasti causati al meridione dalla cassa di mezzogiorno dell’Italia repubblicana. Queste le ragioni dei fischi? Non credo. Uno stadio difficilmente può essere rappresentativo di una pletora di intellettuali che disquisisce sulle radici della nostra Nazione. Probabilmente quei fischi sono molto più semplicemente l’espressione di un malessere popolare verso l’intera classe dirigente che occupa le istituzioni. Fischi di persone che non si sentono rappresentate da chi i valori simbolici di un inno nazionale dovrebbe impersonarli.
No, lungi da me buttarla in caciara parlando delle ultime piccanti vicende in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio. Per contro si potrebbe ampiamente menzionare, meramente a titolo esemplificativo, la tragicomica vicenda delle primarie napoletane del Pd. La non appartenenza ai valori nazionali da parte dei napoletani ha radici storiche profondissime. Semplice ricordare quella famosa semifinale di Italia ’90 contro l’Argentina: la presenza di Maradona fu soltanto il pretesto per alcuni napoletani per rivendicare con forza la propria napoletanità. Basta rammentare le dichiarazioni di Diego in cui molti di noi si riconoscono: «Io vi ho portato a vincere a Milano, Torino, Verona, Bergamo che vi chiamavano terroni. Adesso però vogliono che vi sentiate italiani».
Quanto ci sentiamo italiani a Napoli? Ha senso ancora di opporre l’italianità con la napoletanità? Me lo chiedo spesso e, questa, è un’occasione per interrogarmi e interrogarci ancora. Discutiamone. Quali sono le motivazioni di quei fischi? La probabile multa la meritiamo davvero? È giusto che in una competizione fra club risuoni l’inno nazionale? «Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono» – cantava Gaber. Quanto è profonda la dicotomia tra l’essere italiani o essere napoletani? Ci vorrebbe un sondaggio.. ma forse poi diventeremmo anche noi l’Italia del televoto e del Grande Fratello: Dio ce ne scansi e liberi..
Fischi all’inno nazionale, multe in arrivo
ilnapolista © riproduzione riservata