Eretto un monumento a Morgan De Sanctis che, con quattro paratissime, tiene a galla il Napoli, c’è anche da dire che al primo dei tre minuti di recupero finisce alle stelle il tiro-gol di Cavani che avrebbe confezionato la sensazionale rapina azzurra al treno catanese. Un pareggio sudato (1-1), più che guadagnato. Il Napoli non ha saputo tesorizzare il vantaggio siglato dal Matador (sesto gol, come Eto’o). La squadra è stata costretta spesso a ripiegare con affanno sotto la pressione del Catania. Non ha saputo tenere palla, farla girare, fiondarla con precisione nel contropiede. Hamsik ha fatto le cose migliori nella metà campo napoletana. Qui confronto perso dagli azzurri. Gargano, stanco, al piccolo trotto e con non pochi errori. Pazienza attento, ma troppo solo. Maggio opaco, preso in mezzo sulla corsia dalle discese di Capuano e dalla verve di Mascara che riduceva Grava alla disperazione. Dossena preoccupato dalla vivacità e dalla corsa del giovane Gomez, uno degli otto argentini impiegati da Giampaolo.
Alla fine, scontenti tutti. Il Napoli (imbattuto in trasferta) per l’occasione non sfruttata: nel finale ha avuto le opportunità del successo pieno. Il Catania (imbattuto in casa quest’anno) per avere raccolto poco dalla sua migliore pressione. Ma, ecco, c’è stato un grandissimo De Sanctis a fermarlo.
Amaro finale per Cannavaro, rosso diretto al 93′ per una entrata veemente ma non cattiva su Ricchiuti (decisione pesante di Bergonzi). Il difensore azzurro salterà il match col Milan.
Il Catania temeva il Napoli e Giampaolo tradiva il modulo consueto (4-3-1-2) piazzando Delvecchio davanti alla difesa, Maxi Lopez unica punta, a centrocampo l’imprendibile Gomez a destra e lo scatenato Mascara a sinistra, in mezzo Izco e Biagianti (4-1-4-1). Il Napoli è caduto nella trappola non riuscendo a fare gioco nel primo tempo, ma andando al bersaglio sul primo e unico tiro, poi sotto assedio nella ripresa sino al pareggio dei catanesi (Zuniga, entrato al posto di Dossena, in ritardo nella marcatura di Gomez). Nel finale, il Catania calava e il Napoli poteva farsi pericoloso sino a sfiorare lo scippo del secolo.
Con Gomez e Mascara sulle fasce, il Catania riduceva di molto l’apporto offensivo di Dossena e Maggio. Per di più Mascara era un brivido continuo sui corner e sui calci di punizione, e martirizzava Grava affondando in attacco. Cannavaro e Campagnaro a turno riducevano la pericolosità di Maxi Lopez (gara mediocre e fallosa). Ma era a centrocampo che il Catania si impossessava della partita.
De Sanctis subito protagonista volando all’incrocio a deviare un tiro improvviso di Mascara dal limite (12′) e sul corner era eccezionale nell’annullare la schiacciata di testa ravvicinata di Silvestre.
Il Catania premeva molto sulla corsia di Mascara e Capuano, meno a destra con Potenza bloccato sulla linea dei difensori e, tuttavia, Gomez era un costante brutto pensiero per gli azzurri. De Sanctis doveva superarsi sull’ennesima punizione-choc di Mascara quando Maggio, stretto fra due avversari nell’area piccola, deviava verso la rete napoletana: il guizzo di Morgan evitava l’autorete (35′).
Il Napoli studia, controlla, aspetta, ma non va oltre. E’ Lavezzi che agita le banderillas, per tenere viva la squadra, prima che il Matador affondi il colpo sul cross da sinistra del Pocho: Capuano sbaglia l’entrata, sorvolato dal pallone che finisce sui piedi di Cavani nell’area piccola. Stop e frustata senza misericordia. Il Napoli, improvvisamente e con pochi meriti, era in vantaggio (39′).
Il Catania iniziava la ripresa come una furia. Dispensato Grava dalle sofferenze con Mascara (52′ in campo Aronica). Campagnaro a destra sul sentiero di Mascara, Aronica in appoggio a Cannavaro nella guardia a Maxi Lopez. Giampaolo ritoccava profondamente l’assetto della sua squadra con l’ingresso di Ricchiuti per Delvecchio (55′). Formazione più offensiva. Centrocampo a tre con Gomez, Biagianti e Izco. Il talento di Ricchiuti (controllato da Pazienza) dietro a Maxi Lopez e Mascara. Al Napoli mancavano il ritmo e la grinta di Gargano. Hamsik doveva lavorare soprattutto in copertura. Lavezzi era sempre accerchiato. Si batteva Cavani (anche nei recuperi a centrocampo) perdendo di vista la porta.
Era un Napoli sfilacciato, tenuto tremendamente sotto pressione dal Catania. De Sanctis doveva compiere un quarto miracolo sul colpo di testa di Spolli (66′ solito angolo velenoso di Mascara) e, prima, in apertura di ripresa, Silvestre di testa aveva sprecato a lato una ghiotta occasione (47′).
Non portava fortuna la sostituzione di Dossena con Zuniga (67′) perché proprio il colombiano, in netto ritardo, consentiva a Gomez di battere De Sanctis sul cross basso di Ricchiuti (70′). Dopo il pareggio, il Napoli si scuoteva mentre le energie del Catania andavano in rosso. Hamsik e Cavani venivano “murati” al tiro. Sull’angolo di Lavezzi, Maggio nell’area piccola alzava sopra la traversa (76′). Poi non arrivava a deviare sotto porta il cross basso di Campagnaro (79′). L’assist di Cavani per Hamsik liberava al tiro lo slovacco, ma la conclusione non era forte e Andujar parava (87′). Infine, il pallone alle stelle del Matador su assist di Hamsik (91′).
Insomma, in un pomeriggio difficile, sotto il sole che opprimeva ancora di più le energie in campo, il Napoli ha sofferto, ha rischiato di crollare, ma alla fine avrebbe potuto scippare la vittoria. Clamoroso al Cibali. Si sarebbe detto proprio così.
di Mimmo Carratelli
Un pareggio sudato
più che guadagnato
Mimmo Carratelli
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