Chissà, forse la colpa è stata delle magliette gialloblù del Parma, uguali a quelle della Juve Stabia, che gli hanno fatto pensare a livello inconscio a un colore amico. Fatto sta che facendosi espellere in un momento topico della gara e della stagione, Fabio Quagliarella è diventato il simbolo del sogno spezzato della Champions League. Quando il gioco diventa duro e decisivo, i campioni dovrebbero avere i nervi saldi e prendere per mano la squadra. E invece, dopo il due a due, a pochi minuti dalla fine, il cartellino rosso per il numero 27 azzurro è stato il preludio al terzo gol del Parma. Una disfatta. Soprattutto psicologica. E che ha trascinato anzitempo negli spogliatoi anche Mazzarri, infuriato con l’arbitro. Certo, restano ancora cinque partite e la speranza di un posto nell’Europa minore, l’ex Coppa Uefa tanto per intenderci, ma il Napoli visto alle sei di sera ha portato a galla i soliti pregi e i soliti difetti. Stavolta hanno prevalso quest’ultimi, purtroppo. Dall’incapacità di chiudere la partita (il Napoli è la squadra con più pareggi) alla mancanza di un vero punto di riferimento in attacco. E dire che Quagliarella ha giocato bene: prima il gol, poi la sponda all’illusorio pari di Hamsik. Lui e Lavezzi hanno caratteristiche troppo simili per dare continuità a un gioco offensivo. Tra il gol del vantaggio, al terzo minuto, fino all’uno a uno del Parma c’è stata un’ora di pantano azzurro senza sbocchi. Peccato. Fabrizio d’Esposito
Quagliarella simbolo
del naufragio Champions
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